Nel buddismo, un Arhat è una persona illuminata

Nel buddismo delle origini, un arhat (sanscrito) o arahant (Pali) - "degno" o "perfezionato" - era l'ideale più alto di un discepolo del Buddha, una persona che aveva completato il cammino verso l'illuminazione e raggiunto il nirvana. In cinese, la parola per arhat è lohan o luohan .

Gli arhat sono descritti nel Dhammapada:

"Non c'è più esistenza terrena per il saggio che, come la terra, non si risente di nulla, che è saldo come un alto pilastro e puro come una pozza profonda priva di fango. Calmo è il suo pensiero, calmo il suo parlare e calmo il suo agire, che, conoscendo veramente, è completamente liberato, perfettamente tranquillo e saggio" [Versi 95 e 96; traduzione di Acharya Buddharakkhita].

Nelle prime scritture, il Buddha è talvolta chiamato anche arhat. Sia un arhat che un Buddha erano considerati perfettamente illuminati e purificati da tutti i defilamenti. Una differenza tra un arhat e un Buddha era che un Buddha realizzava l'illuminazione da solo, mentre un arhat era guidato all'illuminazione da un maestro.

Nel Sutta-pitaka, sia il Buddha che gli arhat sono descritti come perfettamente illuminati e liberi da catene, ed entrambi raggiungono il nirvana. Ma solo il Buddha è il maestro di tutti i maestri, il maestro mondiale, colui che ha aperto la porta a tutti gli altri.

Col passare del tempo, alcune prime scuole di buddismo proposero che un arhat (ma non un Buddha) potesse conservare alcune imperfezioni e impurità. Il disaccordo sulle qualità di un arhat potrebbe essere stato la causa delle prime divisioni settarie.

L'arahant nel buddismo Theravada

Il buddismo Theravada di oggi definisce ancora il termine Pali arahant Come un essere perfettamente illuminato e purificato. Qual è dunque la differenza tra un arahant e un Buddha?

Il Theravada insegna che c'è un Buddha in ogni epoca o eone, ed è la persona che scopre il dharma e lo insegna al mondo. Gli altri esseri di quell'epoca o eone che realizzano l'illuminazione sono gli arahant. Il Buddha dell'epoca attuale è, ovviamente, Gautama Buddha, o il Buddha storico.

L'Arhat nel Buddhismo Mahayana

I buddisti Mahayana possono usare il termine arhat per riferirsi a un essere illuminato, oppure possono considerare un arhat una persona che si trova molto avanti sul Sentiero ma che non ha ancora realizzato la Buddità. I buddisti mahayana a volte usano il termine shravaka -- "colui che ascolta e proclama" - come sinonimo di arhat Entrambe le parole descrivono un professionista molto avanzato e degno di rispetto.

Nel buddismo cinese e tibetano si trovano leggende su sedici, diciotto o altri particolari arhat, che sarebbero stati scelti dal Buddha tra i suoi discepoli per rimanere nel mondo e proteggere il dharma fino alla venuta di Maitreya Buddha. Questi arhat sono venerati più o meno come i santi cristiani.

Arhat e Bodhisattva

Sebbene l'arhat o l'arahant rimanga l'ideale della pratica nel Theravada, nel Buddismo Mahayana l'ideale della pratica è il bodhisattva, l'essere illuminato che giura di portare tutti gli altri esseri all'illuminazione.

Sebbene i bodhisattva siano associati al Mahayana, il termine ha avuto origine nel Buddismo delle origini e si trova anche nelle scritture Theravada. Ad esempio, nei racconti Jataka leggiamo che prima di realizzare la Buddità, colui che sarebbe diventato il Buddha visse molte vite come bodhisattva, donando se stesso per il bene degli altri.

La distinzione tra Theravada e Mahayana non è che il Theravada si preoccupi meno dell'illuminazione degli altri, ma ha a che fare con una diversa comprensione della natura dell'illuminazione e della natura del sé; nel Mahayana, l'illuminazione individuale è una contraddizione in termini.